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Sia per le non tranquille vicissitudini politiche della nostra Penisola, sia per una cultura che le invasioni barbariche non erano riuscite a spegnere ma anzi avevano arricchito, l'Arte della Scherma rimase in Italia come l'elemento base della Tradizione Marziale.

Il periodo medievale aveva permesso di affinare e perfezionare le tecniche di combattimento soprattutto per la presenza delle milizie comunali che imponevano ai cittadini una preparazione schermistica e marziale.

Sorsero in varie città numerose scuole di scherma con il fine di permettere a chiunque di accedere ad una cultura marziale che prima era monopolio di una classe di origine nobile. Inoltre, l'arte della scherma esercitava un'attrazione per la gioventù al punto che numerosi Atenei si attrezzarono con delle Sale d'Armi e alcuni docenti erano Maestri nella loro scienza ma anche di Scherma.

Verso il secolo XIV molti maestri di scherma celebri avevano le loro origini all'ombra delle due torri. Dalle notizie dell'epoca ci risulta che nel 1338 insegnava il Maestro Rosolino, nel 1354 il Maestro Francesco e nel 1385 il Maestro Nerio. Nella seconda metà del secolo XIV troviamo Filippo o Lippo di Bartolomeo Dardi, astrologo e matematico, che abitava nella Parrocchia di S. Cristina di Porta Stiera ove teneva anche una scuola di scherma. Nel 1413 Il Dardi ottiene alcuni privilegi dal Governo di Bologna tra cui la possibilità di riscuotere dei compensi regolari per l'insegnamento della scherma che avveniva in una Sala D'arme che aveva in Via Pietralata.

Nel frattempo (1409), a circa 50km da Bologna e più esattamente a Ferrara, Fiore dei Liberi originario di Premariacco di Cividale D'Austria (Cividale del Friuli) pubblica su richiesta del Signore di Ferrara Nicolo III d'Este il primo vero trattato di Scherma il "Flos Duellatorum".

Allievo del Dardi fu il celebre Guido Antonio di Luca che abitava ed insegnava nella parrocchia di S. Maria delle Muratelle (così chiamata perché costruita nel 1200 sulle mura della penultima cinta) sita in Via Saragozza fra la Via Palestro e la Via Altaseta. Tra gli Allievi del Di Luca figurano il conte Guido Ragoni modenese noto condottiero e Giovanni Medici detto delle "Bande Nere".
Ma l'allievo più conosciuto e più importante fu Achille Marozzo che insieme ad Antonio Manzolini (Antonio Manciolino) dettò quelle che furono le regole della scherma rinascimentale di Scuola Bolognese conosciuta in tutto il mondo.


Il Manciolino pubblicherà nel 1531 il Trattato "Opera Nova" di pochi anni antecedente quello del Maestro Achille Marozzo con il quale concorrerà a mostrare e definire le regole della Scuola Schermistica Rinascimentale Bolognese.

Achille Marozzo era originario di San Giovanni in Persiceto dove nacque nel 1484 da Lodovico Marozzo. Trasferito a Bologna, ne ottiene la cittadinanza nel 1485 ed abitò sino al 1553, anno della sua morte, in Via Riva di Reno (mappa) in una casa avuta in enfiteusi dall'Abbazia dei Santi Naborre e Felice che esisteva nel luogo ove oggi sorge l'Ospedale Militare. Infatti alcune lapidi ricordano la presenza di questa Chiesa ed Abbazia dei monaci benedettini che pare costruita ove sorgeva la prima cattedrale di Bologna edificata dal Vescovo San Zama nel 270 d.C.

In una deliberazione del Reggimento Bolognese del 9 Giugno 1531 troviamo indicato "Achilli de Marociis quondam Ludovici artis gladiatorie magistro" al quale fu concessa la licenza di estrarre due oncie e mezzo d'acqua dal canale del fiume Reno per uso di un filatoio fatto da lui costruire nella sua casa.

Il Marozzo nel 1536 allora cinquantaduenne, pubblicò il suo Trattato "Opera Nova de Achille Marozzo Mastro Generale de l'Arte de l'Armi" che fu stampato da Don Antonio Bergolli Editore in Modena il quale esercitava con il fratello Pietro Maria.

Ci furono altre edizioni nel 1546 in Bologna, nel 1550 a Venezia, nel 1568 sempre a Venezia a cura del pittore veneziano Giulio Fontana. Un ultima edizione fu pubblicata a Verona nel 1615.

Alla scuola del Magistro Bolognese si formarono il Maestro Ioanne dai Letti (Giambattista Letti), il Maestro Angelo Vizzani (Angelo Viggiani Dal Montone), il Maestro Andrea Valentini detto Andricane e che fu nominato dal Senato milite palatino, il Maestro Giovanni Agucchi (Giovanni delle Agocchie) e Giacomo Grassi modenese(Giacomo Di Grassi), ovviamente il figlio Sebastiano Marozzo e il Maestro Tedesco Giacomo Crafter di Augusta.

Altri Maestri Bolognesi furono: Girolamo Cavalcabò che fu un allievo del Vizzani. Fu chiamato alla corte di Enrico IV di Francia come istruttore del figlio Luigi (futuro Luigi XIII) avuto dalla moglie Maria Dé Medici. Lelio dei Tedeschi autore di un trattato stampato a Bologna nel 1605.

Tutti questi Maestri, pietre miliari della Scherma, concorsero alla diffusione della Tradizione Schermistica e Marziale Italiana conosciuta il tutto il Mondo ed anche oggi studiata dai cultori della scherma storica.

  • Scherma e maestri di scherma bolognesi - V. Pantanelli G. estratto dalla "Strenna storica bolognese" - anno III - Bologna - 1930
  • La scherma a Bologna - Orioli E. - "Resto del Carlino" - 20-21 maggio 1901 - n. 140
  • Arte di Daga di G. Graziani
  • L.S. e i P. di Bologna - Athos Vinelli