Si
presume che la spada maggiormente diffusa nel
periodo medievale durante il quale è stato redatto il
“Flos Duellatorum” fosse la spada ad una mano e
mezza.
Veniva definita da “una mano e mezza” (detta anche
bastarda) la spada che poteva essere usata con una mano o con due.
E’ una spada del peso di circa 1,5 - 1,8 chilogrammi ed una
lunghezza di circa 113-120 cm.
La spada medievale è composta da quattro parti: la lama,
l’elso, il manico ed il pomo o pomolo. La lama, che abbiamo
già visto, si divide in lama e codolo. Il codolo
è la parte terminale che rappresenta l’anima
dell’impugnatura ed al quale è fissato il pomo.
I tre elementi che costituiscono l’impugnatura (elso - manico
- pomo) vengono fissati al codolo della lama. Il periodo,
l’uso e l’arte hanno prodotto diversi tipi di
guardia (elso), pomolo ed ovviamente impugnatura e lama.
L’elso poteva avere un design dritto od arcuato, liscio,
rotondo od ottagonale, mentre il manico è genericamente in
legno rivestito di pelle o filo d’acciaio intrecciato. Il
pomo è molto importante in quanto oltre a classificare
artisticamente la spada, ha il compito importantissimo di bilanciare
l’arma che deve avere il baricentro a quattro o al massimo 6
dita dalla guardia (elso). La leggenda dice che nel pomo si fondevano
le reliquie dei santi.
I vari
elementi sono assemblati e la parte
eccedente del codolo viene scaldata a fuoco e ribattuta sul pomo. Oggi
esistono anche altre tecniche che prevedono il bloccaggio a vite doppia
del pomo (1 in testa e la seconda più piccola sul lato).
Dal punto di vista dell’uso nella scherma medievale, la spada
viene divisa in tre parti o gradi: il forte, il medio ed il debole. il
termine “forte” deriva dal fatto che è
la parte più robusta della lama tanto che ci sono spade
irrobustite in questa parte dal “ricasso”. Il forte
viene utilizzato prevalentemente per le parate.Il medio è
preposto all’incrocio con la lama nemica ed il debole serve a
ferire di punta e spesso era l’unica parte veramente affilata
della spada.
Il filo rivolto verso l’alto si dice falso quello opposto si
chiama filo dritto.
L’impugnatura
della spada è un fatto soggettivo, come in alcuni casi la
stessa fabbricazione, che doveva seguire alcune caratteristiche che ne
permettevano la forgiatura “a misura”. In questo
caso le dimensioni, il peso, il bilanciamento, il disegno erano scelte
in funzione di colui che la doveva utilizzare.
La spada deve essere impugnata saldamente al manico con la mano serrata
e facendo attenzione che non scivoli.